venerdì 29 luglio 2016

Cosa pensa Giorgio Armani della moda di oggi


Chi conosce cosa accade nei primi minuti che seguono il termine di una sfilata di Giorgio Armani o, come la sottoscritta, ha comunque avuto la fortuna di registrare sin dagli albori - e quindi catalogare - tutto quell'insieme di meccanismi e riti immancabili che si intersecano nelle trame di una settimana della moda a Milano sa che il racconto che seguirà nelle prossime righe è esattamente IL rito - nonché una buona lezione per qualsiasi giovane giornalista di moda che voglia intraprendere questa carriera. Tra gli assiomi degli addetti ai lavori, quotidianiste in prima linea, c'è una scena che da decenni si articola così: l'ultimo look svanisce nel buio ed esce di scena. Silenzio. Musica. Il corteo finale di modelle, alcune di loro accompagnate come da tradizione anche dalla controparte maschile, compie l'ultimo giro di passerella. La musica svanisce di nuovo. Silenzio. Giorgio Armani compare dall'uscio sullo sfondo nero. Scruta la platea con sguardo fisso, ringrazia inchinandosi per l'applauso. Applaude anche lui il suo pubblico. E poi di nuovo vociare, è già tempo di riprendere l'inesorabile corsa verso il prossimo défilé.
Se si osserva però più attentamente, magari dall'ultima fila di sedute in alto sugli spalti dell'Armani/Teatro, si può scorgere un gruppetto che corre in direzione contraria alla corrente degli ospiti. Si muove con un flusso opposto al fiume di invitati che si dileguano già trafelati, prima di scomparire nuovamente nell'antro che porta dietro le quinte. C'è un piccolo buffet, una serie di sedute posizionate in fila come in attesa di uno spettacolo davanti a una sedia da ufficio, uno sfondo nero. Il Re entra e saluta come solo i veri gentlemen sanno fare quando devono accogliere un parterre principalmente femminile, pronto a porgli domande al vetriolo alle quali non ha il minimo timore di rispondere. «Quello che avete appena visto può piacere o no. Questo è tutto da sindacare, da valutare». La stessa sicurezza, la sua, di chi dopo oltre quarant'anni di carriera può ancora chiudere come quest'anno una settimana della moda come il padrone di casa quando congeda gli ospiti. Quando chiude la porta accompagnandola, si volta e lascia alle sue spalle il brusio. Rivestendo le proprie donne di gonne in vinile, stampe geometriche e grafismi per la collezione Emporio Armani, o avvolgendole per la linea Giorgio armani con strati di morbidissimo velluto nero, il tessuto che per lui ha «il potere di neutralizzare tutto, ideale per fare punto e a capo».
Da questo incontro dietro le quinte della sfilata Emporio Armani Autunno Inverno 2016/2017nasce la cronaca dell'Armani-pensiero sulla moda di oggi, perfetta continuazione di quello che rivelò a Marie Claire nel 2013 : «Il prossimo step? Rimescolare questi due concetti (l'aver regalato agli uomini la dolcezza a loro negata e alle donne la forza di cui avevano bisogno per il loro ruolo sociale, ndr) e trovare un punto di fusione: dopo l'antitesi, la sintesi di elementi che sono profondamente influenzati l'uno dall'altro». La sua visione nel 2016? Qui il suo racconto a proposito di omologazione, dei giovanilismi, della (non) voglia di vivere e di ciò che trova grottesco.

Sull'essere classici oggi. «A fine sfilata qualcuno mi ha detto: "com'è bella la tua collezione classica di oggi". Evidentemente non ha capito molto di quello che ha visto. La nuova collezione di Emporio, che voglio ricordare non essere la serie B della Giorgio Armani, coglie dalla strada gli elementi che sono un po' più spettacolari, evidenti ed evidenziabili, e con un gioco di grafismi che nascono dal digitale e dai suoi colori vuole raccontare in un modo coerente il mondo che viviamo adesso e che vivremo sempre di più. Ve lo spiego così: ho portato in passerella l'idea del classico attraverso l'evoluzione del mondo attuale. L'80% di questa collezione è fatta di capi che definisco "normali". Pantaloni morbidi, gonne che però non sono minigonne. Non c'è una ricerca spasmodica nella trasformazione estetica di un aspetto femminile. C'è la volontà di rendere plausibile e aggiornata, attraverso ad esempio i grafismi, una proposta di moda».

Sulla moda di oggi.
«Trovo che oggi ci sia una proposta che vuole essere a tutti i costi sexy e stravagante. Io toglierei da questo discorso "a tutti i costi". Io sono per lo stare più schisci, come si dice, perché oggi abbiamo anche bisogno che questi capi una volta arrivati in negozio trovino le acquirenti, non LA acquirente. Questo naturalmente non esclude il fatto che che una donna che compra una gonna a motivo geometrico poi non possa indossare sopra una giacca da uomo rigorosissima».
Sui giovanilismi, il ridicolo e il grottesco. 
«Il ridicolo è una cosa che ho sempre temuto. Magari lo sono stato anche io, a mio modo. Penso ai miei beige, senza mettere un colore per anni. Però tutto sommato questi beige li vedo ancora aleggiare nell'aria (sorride). Ridicolo per me è uno stampato particolarmente violento, la sovrapposizione di elementi che portano a una grande confusione. L'eccesso di volgarità voluta, la trovatina, le incongruenze di certi abbinamenti, ma anche il mettersi una scarpa che rende la caviglia grossa o una minigonna se per conformazione fisica non la si può indossare. Ci tengo a precisare comunque che oggi non sono le donne a essere ridicole, ma la proposte di moda a essere a volte ridicola. A me piace il gioco di recuperi, di una moda identificabile come giovane e destinata ai più giovani, che però viene adattata a persone che vogliono sentirsi tali senza essere, e lo ripeto alla noia, grottesche». 
Sulle donne nel 2016.
«Oggi c'è la donna che non ama la forma un po' più "violenta" di una proposta di moda, e quella che invece aspetta solo quello. Decidere quante siano le donne che la pensano in un modo oppure nell'altro è mortale. Oggi non è chiaro, non si capisce. Vedo delle signore anziane, sulla settantina, con il giubbotto in pelle con la zip, i leggins neri e le scarpe con il tacco alto. Hanno settant'anni, e così vanno anche al supermercato. Detto questo, si è detto tutto. Un tempo quella stessa donna indossava una gonnellina al ginocchio e tacchi bassi per paura di cadere. Adesso quelle stesse donne vogliono essere alla pari. Tanto di cappello. Perché devono essere relegate a un cliché che alla fine è un po' stantio? È il fattore democratico della moda di oggi». 

Sull'omologazione e sulla (non) voglia di vivere. 
«Durante il mio tragitto in macchina da via Borgonuovo a via Bergognone osservo sempre le ragazze e le donne alle fermate degli autobus. Sono tutte vestite uguali. Giubbotto imbottito, pantaloni stretti, scarpe con il tacco nero e grosso in pelle, un paio di occhiali scuri. Ci vuole un po' più di femminilità, la donna si deve distinguere dal buon operaio che va a sistemare la luce in un appartamento o ad aggiustare le rotaie dei tram. Per me questa è un'omologazione che riflette la non voglia di vivere, la voglia di esserci. Negli anni le donne hanno imparato a non seguire una corrente di moda in modo piatto, ma ad essere un po' più personali. È questo ciò che devono riacquistare».



Giorgio Armani: velluto per cancellare tutto

Lo stilista più longevo chiude la settimana della moda ripudiando i colori e concentrandosi soltanto sul velluto nero.  "Per me è il tessuto ideale per fare una sorta di punto a capo", commenta a pochi minuti dallo show




Dopo una settimana di moda a Milano piena di colori, proposte coraggiose e stili molto personali, Giorgio Armani cambia completamente traettoria e usa il velluto come fosse un buco nero spaziale dentro cui far sparire tutte le proposte viste finora e persino la luce stessa. Così, nel suo orizzonte degli eventi, ogni abito, ogni giacca, ogni pantalone riportano soltanto il velluto nero: materia duttile, scura eppure luminosa, "per me è il tessuto ideale per fare una sorta di punto a capo", commenta lo stilista. "Non credo nella fiera delle vanità e non mi interessan nemmeno dire che mi sono ispirato a quel libro o a quell'artista. L'estro di questa proposta arriva soltanto da una constatazione: dare un abito a chi entra nelle mie boutique. E poi mi piace il potere che ha il velluto di neutralizzare tutto. Penso ce ne sia bisogno in questo momento".
La collezione non lo smentisce: dalle proposte da giorno a quelle da sera, tutto ruota alle mille sfumature di nero che riesce a regalare. La parte più interessante è il finale, dove le lavorazioni dévoré, negli abiti da sera, si illuminano di ricami e si stagliano nella preziosità di ricami e intagli. "Sono molto contento per l'Oscar a Morricone", conclude lo stilista. "E sono ancora più contento per quello a Leonardo Di Caprio. Quest'attore e Cate Blanchett, per altro, erano vestiti da me: sono due icone che rispecchiano perfettamente il mio stile".

L'«Abaya collection» di D&G, il velo e le mode che cambiano la società

Ne parliamo con l'antropologa iraniana Sara Hejazi
Gli stilisti Dolce e Gabbana hanno lanciato recentemente una nuova collezione, la Abaya collection, che, rispetto a quanto avremmo potuto aspettarci, propone bellissime modelle molto vestite. Anzi, estremamente vestite. L'Abaya infatti è un tipo di velo, una tunica scura e lunga, usato soprattutto nella zona del Maghreb.
Nei paesi a maggioranza islamica ci sono molti tipi di velo. Dopo la guerra in Afghanistan è diventato famoso ilburqa, velo totalmente coprente che lascia alla donna la possibilità di vedere il mondo esclusivamente attraverso una rete posta ad altezza degli occhi; c'è il chador iraniano, che lascia scoperto l'ovale del volto; ilniqab che lascia scoperti soltanto gli occhi, usato prevalentemente in Arabia Saudita. E poi altri.
Dolce e Gabbana si sono ispirati a una tradizione locale del Maghreb, per proporre una collezione globale, laddove ormai il globale ha assimilato differenti tradizioni e abbigliamenti che la moda integra perfettamente ma che in Europa suscita ancora, nella migliore delle ipotesi, stupore.
Ce ne parla Sara Hejazi, antropologa iraniana.
Collezioni dedicate alla moda del mondo musulmano ce n'erano già state, ma questa proposta dal marchio D&G ha suscitato particolare scalpore. Secondo lei perché?
«Ha fatto particolare notizia perché l'Islam è al centro del dibattito pubblico, sia per le questioni legate ai migranti sia per il collegamento immediato al terrorismo. Non dico che sia giustificato ma nella percezione comune questo legame c'è.
Per l'Occidente è soprattutto la donna col velo a essere un'ossessione: fin dal '700 si è pensato che tutto quello che rappresenta il mondo arabo potesse essere sintetizzato dalle donne velate: l'altro per eccellenza, la diversità riscontrabile tangibilmente».
È cambiato il modo di vivere e indossare il velo?
«Sì, molto. Il velo ha una storia complessa e in evoluzione, ma forse il cambiamento più grande c'è stato negli ultimi 30 anni, cioè da quando è diventato un simbolo politico per dire “non sto né a occidente né a est con la Russia, ma sto con l'Islam”, fino a diventare, soprattutto per le seconde generazioni, un elemento di distinzione e di rivendicazione delle proprie radici al di fuori dell'Europa. Radici che non sono per forza tradizione ma anche qualcosa di innovativo. Questo lo si può riscontrare dal fatto che ci sono tantissimi tutorial su Youtube su come indossare il velo in modo chic, come decorarlo per esempio con pinze apposite create da stilisti musulmani. Ci sono spille, gioielli veri e propri che fanno da accessori per il velo.
Tempo fa ci si chiedeva se l'Islam fosse compatibile con lo stile di vita europeo, quasi come se fosse una realtà totalmente aliena, ma effettivamente in qualche modo questa religione è stata assorbita dall'Occidente, viene riproposta come qualcosa in cui ci si può identificare non solo spiritualmente ma in modo pratico: si può essere belli, si può essere alla moda compatibilmente con i precetti islamici».
Questo, all'interno della società, ha dato un nuovo senso al ruolo della donna?
«Il ruolo della donna sta cambiando nella società in generale: ad esempio in Arabia Saudita di recente le donne sono andate a votare per la prima volta nella storia. Le campagne per rendere più vicino qualcosa che si percepisce come estremamente distante rappresentano un cambiamento più forte per l'occidente che per qualunque altra cultura. L'islamico, l'islamica e in particolare la donna velata usati come manifesto pubblicitario da due stilisti come Dolce e Gabbana scioccano più l'Occidentale che il mondo islamico».
Una volta la provocazione stava nell'assenza di vestiti oggi è il velo la provocazione?
«Ora il velo fa notizia perché l'Islam è al centro del dibattito pubblico, ci si chiede come scindere i vari ambiti di questa cultura, la religione, la politica e la tradizione; cominciando a normalizzarne degli aspetti si arriverà, tra qualche anno, a non essere più “una notizia” ma semplicemente parte anche della tradizione occidentale, così come già lo è stato anche circa 2500 anni fa.
Nel mondo arabo invece, sono almeno venticinque anni che esiste un business di prodotti halal, permessi dalla legge islamica perché privi di grassi provenienti dal maiale e di alcool, prodotti da grandi marchi inglesi e francesi che riconoscono il mondo arabo come una fetta importante del mercato. Anche l'Ipercoop sta producendo linee halal per la parte musulmana degli italiani. Ci troviamo nel mondo globale e i prodotti e le persone circolano.
Oltretutto sono già tanti anni che gli arabi propongono sfilate di moda con il tema del velo. Sono quindi gli italiani, in generale gli europei che conoscono ancora poco della realtà islamica a stupirsi e, attraverso questa normalizzazione del velo, ad abituarsi a questo nuovo messaggio che sembra dire “L'Islam è cool”. Può forse essere interpretato anche come un messaggio contro la discriminazione che vivono gli immigrati di fede musulmana nei paesi europei».
Quello che ci stupisce di più è constatare come nell'islam ci sia una componente più frivola?
«Assolutamente si. Ci sono gli aspetti della bellezza e della cura che rafforzano l'idea che essere coperti non significa non essere belli, attraenti o non eleganti.
Si dice in antropologia che l'abito è sempre espressione di cultura. Forse l'Occidente, dopo aver spogliato e tolto i vestiti alle proprie modelle e ai propri modelli, è stufo. Sono evoluzioni che nella nostra cultura ci sono sempre state. Pensiamo alle patrizie romane che si coprivano per uscire ed erano sempre velate, poi alle mode del '700, quando il seno doveva essere visibile. Si va sempre verso delle evoluzioni.
In questo caso, io credo che il velo debba essere allontanato dall'idea di spiritualità, lo demistificherei nel senso che spesso più che di spiritualità si tratta proprio di identità, un concetto più forte nella nostra epoca.
Credo che oggigiorno parlare di velo voglia dire parlare di identità e di accettazione. In questo momento in cui si discute di scontri di civiltà, queste identità vengono fuori con più forza per affermare di essere presenti, di voler essere accettate e integrate e far parte di questa unica cultura che, secondo me, deve tutelare e non omologare le sue minoranze. Il mondo della moda se ne sta accorgendo più velocemente di noi».

Sensuali ed eleganti le donne di Versace






Onde di haute couture per l'Atelier Versace che ha sfilato a Parigi, a Palais Brongniart, nella ex sede della Borsa, con una collezione nata all'insegna della sperimentazione sartoriale giovane, perfetta per la sua ragazza sexy che ama l'audacia delle proposte Versace. (di Patrizia Vacalebri da Parigi)
Per raggiungere tale obiettivo Donatella ha chiamato nel suo ufficio stile due giovanissimi designer inglesi, appena diplomati alla Saint Martin School di Londra, Bernard e Neall, 23 e 24 anni, che di fatto sostituiscono l'uscente Anthony Vaccarello. La bionda Donatella, in formissima e con i capelli tagliati a sorpresa a caschetto, ha preso i tessuti che voleva utilizzare per la nuova collezione e rivolgendosi ai due inglesi ha detto loro perentoria: "do it". Il risultato è straordinario.

Volume e drappeggio, silhouette fluide e controllate. La duchesse di seta drappeggiata ruota intorno al corpo. L'esplorazione della forma caratterizza tutta la collezione. Le modelle sono sempre straordinariamente belle, c'è Maria Carla Boscono, ma ci sono anche le nuove top come Bella Hadid. Sfilano anche cappotti di cashmere bicolore doppiati in seta che possiedono un'eleganza voluminosa e piacciono tanto a Donatella: "avevo tanta voglia di fare i soprabiti". Sono double o accoppiati con duchesse in contrasto di colore e s' indossano sopra sottovesti drappeggiate. Come da codici sartoriali le giacche tagliate perfettamente cadono oltre le spalle. I pantaloni sono slim e dritti. Gli abiti da sera sono un tripudio di drappeggi, ventagli plissè che sottolineano i fianchi, scollature, spacchi assassini che lasciano senza fiato.
Decori di cristalli Swarovski illuminano cappoti da sera di cashmere.Tutto sembra il risultato di un lavoro di ingegneria dell'intarsio: drappeggi e volumi ricostruiti mostrano tutta l'artigianalità dell'Atelier. Le creazioni da sera sfiorano appena il corpo, i bordi sembrano aprirsi rivelando decori sotto la superficie. Una nuova libertà nelle plissettature degli abiti che seguono le curve del corpo prima di cadere sul pavimento. Tutti i capi rivelano la bellezza della fluidità, con pieghe che creano forme espressive lungo il corpo definendo una silhouette potente. I tacchi alti hanno nodi di pelle arrotolata che cadono verso il basso. Gli anelli V Forever d'oro con solitari dal taglio brillante creati da Versace Fine Jewellery usano i motivi iconici della maison.

La palette cromatica punta sui colori del mare, celeste azzurro intenso abbinato al rosso mattone, blu oceano ma anche rosa del deserto e cipria. "Mi appassiona l'eleganza sofisticata delle donne di oggi.
Questa collezione parla della loro forza e del loro fascino" conclude soddisfatta Donatella.

giovedì 28 luglio 2016

E voi, per chi vi vestite? Ecco lo sbaglio più grande che fanno tante donne


Indossate quell’abito per voi oppure… per lui?
Da sempre le donne sono abituate ad adattarsi, a prendersi cura degli altri, a piacere agli altri. Non c’è da meravigliarsi dunque che spesso sentiamo la tentazione di adeguare il nostro aspetto fisico e la scelta dei nostri vestiti al gusto di lui, la persona più importante nella nostra vita (o almeno, così dovrebbe essere).
Consciamente o inconsciamente teniamo conto del suo gusto e anche se non viene fisicamente con noi a fare shopping, le sue idee comunque ci condizionano. Se lui ama vederci in jeans, allora compreremo quelli piuttosto che quell’abito che ci piacerebbe invece tanto avere. E se lui adora la donna in tailleur, cerchiamo in quella direzione e lasciamo perdere quei pantaloni stretti che volevamo avere.
Siamo sensibili e seguiamo troppo spesso le idee e i consigli altrui. Ci sentiamo più sicure se lui ci complimenta sul nostro outfit. Così come pensiamo di non poter sbagliare (sbagliare cosa?!) ascoltando il consiglio di una buona amica (anche se c’è ancora da capire se le sue intenzioni sono davvero così buone o meno).
Dietro questo nostro comportamento si nasconde una insicurezza profonda. Insicurezza sul proprio look, sul proprio gusto e sulle proprie idee. Cerchiamo l’approvazione degli altri e cerchiamo di corrispondere alle loro aspettative (sì, è sempre lo stesso ritornello).
Ma perché arrenderci? Le cose potrebbero essere anche diverse. Non sarebbe più divertente cercare di sviluppare un proprio stile? In tal modo lo shopping e il modo di vestirsi diventerebbero un mezzo per conoscerci meglio, per esprimere la nostra personalità, per sottolineare la unicità della nostra persona.
Fare le proprie scelte, prendere le proprie decisioni (per iniziare in un campo così ‘innocuo’ come quello dell’abbigliamento) ci rende più indipendenti, più interessanti anche. E ha un grande vantaggio. Perché una volta che cambiate il partner… non occorre cambiare anche il vostro guardaroba. Perché voi… site voi!

10 cose da comprare ora per l'autunno inverno 2016

Dallo spolverino all’abito chemisier: ci sono cose che puoi comprare ora (magari in saldo) ma che ti torneranno utili anche nella prossima stagione

1)SPOLVERINO CORTO IN TINTA ROSA PASTELLO


2) DèCOLETTè IN PELLE SCAMOSCIATA A FANTASIA BICOLOR

3) SMANICATO LUNGO AL GINOCCHIO NELLA NUANCE TENUE DEL CAMMELLO 

4)SCARPE DI PELLE METAL CON STRASS 
5)CAMICIA BLUE IN CREPE CON FIOCCO AL COLLO

6)GONNA TUBINO A VITA ALTA IN TESSUTO LAVORATO



7)BORSA A MANO BEIGE CON CHARM


8)TUNICA A STAMPA GEOMETRICA
9)PANTALONE IN COTONE DAL TAGLIO MASCHILE
10) ABITO CHEMISIER A MANICA LUNGA CON GONNA LEGGERMENTE SVASATA 

Ti stai già chiedendo quali sono le principali tendenze per l'autunno inverno 2016?
Se anche la stagione autunnale ti sembra lontana, ci sono alcune cose che puoi acquistare ora (se sei fortunata, anche in saldo!) che saranno perfette da settembre in poi.
Abbiamo selezionato per te i 10 must have da acquistare ora in vista dell’autunno: dallo smanicato longuette allo spolverino in tinta tenue passando per i pantaloni lunghi in cotone e la gonna a tubino. Ma anche una borsa neutra in formato maxi e un paio di décolleté in pelle scamosciata. Non c’è che l’imbarazzo della scelta!

Ray-Ban Remix presenta DO YOU

 Il servizio personalizzato per realizzare il proprio modello di occhiali ad hoc

90 lenti, 250 varianti colore, 250.000 combinazioni, 17 modelli storici da rivisitare. Ray Ban Lancia il progetto DO YOU, un servizio di personalizzazione che permette di creare il proprio paio di occhiali su misura assemblato a mano degli artigiani italiani e recapitato direttamente a casa dopo soli 4 giorni dall’ordine.
Una volta disegnato il proprio modello l’ordine viene stampato nello stabilimento italiano Remix su carta colorata: a ogni colore corrisponde un giorno della settimana, per poter tenere traccia dell’ordine e garantire che venga messo in lavorazione immediatamente. Vengono poi presi i pezzi per comporre l’occhiale da sole personalizzato e rifinito con un’incisione all’interno delle aste et voilà.
Per raccontare il processo creativo dietro a ogni modello di eyewear, Rayban ha chiesto all’illustratore di Belgrado Bratoslavic Milenkovic di creare una serie di animazioni illustrate dedicate al tocco artigianale della produzione di Ray-Ban Remix.
Le illustrazioni di Milenkovic raffigurano l’assemblaggio degli occhiali da sole, eseguito a mano nello stabilimento italiano del brand: la sua rilettura colorata di texture e macchinari si mixa con armonia ai divertenti ritratti dei protagonisti.





Giuseppe Zanotti e Jennifer Lopez: in arrivo la capsule collection


Mettete insieme la più caliente delle chicase latine e il designer più glam di calzature e sapete cosa ne viene fuori? Una capsule collection da urlo. Ebbene sì,Giuseppe Zanotti e Jennifer Lopez uniscono le loro forze creative per dar vita ad un’ esclusiva capsule collection di scarpe ed accessori.
La serie speciale chiamata Giuseppe for Jennifer Lopez (#GiuseppexJennifer), il cui lancio è previsto per gennaio, sarà in vendita negli Stati Uniti pressoBergdorf GoodmanSaks Fifth AvenueNeiman MarcusNordstrom, nelle boutique Giuseppe Zanotti Design, sul sito ufficiale della Maison giuseppezanottidesign.com e presso selezionati punti vendita in tutto il mondo.
Jennifer è da sempre per me un’importante fonte di ispirazione, adoro il modo in cui indossa le mie scarpe… lavorare insieme è stata una conseguenza del tutto naturale”,spiega Giuseppe Zanotti. “La collezione è come Jennifer: sensuale, sofisticata, moderna ma anche ironica”.
“Penso sia inutile dire che, come tutte le donne, adoro le scarpe” scherza Jennifer Lopez. “ Che si tratti di un red carpet o della mia vita privata, le scarpe giuste completano il mio outfit e mi fanno sentire bella, sexy e sicura di me. La collezione che Giuseppe ed io abbiamo creato rispecchia esattamente tutto quello che ci si aspetterebbe da entrambi: silhouette audaci, tanto carattere e un tocco di preziosi bagliori!” 
Preparatevi ad una collezione ricca di modelli per tutti i gusti: dagli stivaletti spuntati tempestati di micro cristalli, alle wedge sneaker in seta, fino ai sandali gladiatore realizzati in stampe esotiche. Femminile e attuale al tempo stesso, la gamma cromatica comprende morbide tinte pastello, chiare tonalità di grigio e calde variazioni di beige. Completano la collezione due modelli di borse.
Testo Manuel Campagna - 27 luglio 2016

martedì 26 luglio 2016

Tendenze Autunno Inverno 2016 2017

passerella: veri e propri must have moda di tendenza per il prossimo Autunno Inverno 2016 2017, da comprare o ricercare nell'armadio (o su google). Fashion info da sapere per dimostrarsi super aggiornate in fatto di moda e tendenze con le amiche proprio come le fashion editor, le bloggere e le influencer che bazzicano le sfilate. Leggete qui sotto:
1) PIJAMA: se già alcuni stilisti lo avevano proposto già nelle scorse stagioni, con le sfilate di questa Milano Fashion Week il pijiama entra a pieno diritto nel guardaroba da giorno. Da indossare come un completo pantalone, ma più easy e ricercato, non solo nel week end o per ricevere in casa, ma anche in ufficio o all'ora dell'aperitivo, giocato con accessori giusti, ora con pantofoline o con tacchi a stiletto.
2) BOMBER: è la versione più urbana del blazer, oramai si indossa come un tempo si usava la giacchina di jeans  di derivazione sportiva o da motociclista, ha spesso pantaloni abbinati. Da sfoggiare con piglio rock.

3) BRA DESIGN: sotto/sopra. Un po' come negli anni Novanta, reggiseni, bandeau e bra si portano sopra la maglietta. Ma se all'epoca era una trovata di styling (da Madonna a Helmut Lang), oggi il bra è il punto focale su cui si costruiscono i vestiti più nuovi: badydoll rivisitati o little dress di ispirazione ballerina.
4) CAPPA: al posto del cappotto. Da sempre adorato dalla super sylist Carine Roitfeld per la sua aurea di mistero con cui ci ammanta una volta indossato, il mantello è il capospalla di stagione: da giorno, da sera, di suède o puro cashmere, tinta unita o decori folk.

5) GONNA GODET: lunga o corta torna la gonna dalla linea a A. Rigida e a tinta unita o più fluida e spesso #petalosa, non si richiama iù solamente al New Look di Dior, ma gioca tra tendenze e ispirazioni. Da avere!

6) LO SMOKING: sembra strano ma era da un po' di stagioni che smoking e tuxedo non erano così di tendenza come per la moda di questo autunno inverno 2016 2017. Trend subito adottato dalle redattrici invitate alle sfilate che lo indossano come capo passepartout per essere sempre perfette, dal mattino a notte fonda.

7) PULLOVER: maglie e soprattutto i maglioni sono il nuovo trend. Pesanti, in filati spessi e a lavorazioni jacquard come quelli di montagna, si portano però al posto della giacca sopra la gonna o il tubino, in un mix and match country chic come visto a tante sfilate di questa Milano Fashion Week.

8) GIACCA SPENCER: corta e tagliente, la giacchina spencer è un classico degli anni '80 che - a volte - torna di moda inaspettatamente. Ridefinendo i canoni di moda del blazer. Che per la prossima stagione Autunno Inverno 2016 2017 si porta in due modi: o maschile e oversize, o minima e calibrata - come gli spencer pubblicati nella gallery qui sopra. Molto, molto femminile...

9) HOT PANTS: talvolta in jeans, più spesso in tessuti morbidi e caldi come cashmere e maglia, gli hot pants sono sempre più "hot". E sono proposti come in uno shooting di Helmut Newton. Difficile che li vedremo per strada, sicuramente tappezzeranno le pagine delle riviste di moda e i profili Instagram o Snapchat delle modaiole più ardite.

10) IL GIACCHINO DI JEANS: jeans sì, ma non tradizionale denim. Lavato, trattato, decolorato, diventa la giacca più cool da portare sull'abito da sera. Mentre - di giorno - si reinventa con scritte e pins. Una buona idea da copiare per rinnovare quello che avete già nell'armadio.


11) CAPPOTTO-COPERTA: più che una stola è una vera e propria coperta buttata sulle spalle, in cui avvolgersi per proteggersi dal freddo. Perché no?!








Moda: le tendenze Primavera-Estate 2016


le tendenze per la Primavera-Estate 2016. Stampa a maxi righe, ispirazione tropicale e ancora animalier, rivisitazione del denim e decori tridimensionali floreali, il mix per la prossima stagione è ampio e variegato.
Dalle sfilate di GucciValentinoLouis VuittonStella McCartney e tanti altri ancora, sfogliate la gallery e scoprite come ci vestiremo tra qualche mese.
FIORI 3D Non più fiori stampati ma fiori che prendono vita, sono applicati, hanno un volume. Li troviamo sull'abito strapless di FENDI, sul cappotto finemente ricamato di PRADA, sull'abito romantico di EMANUEL UNGARO.
SHOW YOUR LINGERIE La lingerie in mostra è l'highlight del momento, già dalla scorsa stagione. ALEXANDER WANG punta su una veste lunga e ricamata, CÈLINE rende tutto più contemporaneo con gli accessori e VIONNET abbina sottoveste chic a pantaloni en pendant.

MAXI STRIPES Grande tormentone che torna alla ribalta, versione obliqua per JONATAN SAUNDERS, lunghe e ben distese quelle di CHRISTIAN DIOR e orizzontali stile marinière per MAX MARA.


STILE MOTOCICLISTA Pelle e silhouette decise, dal minidress con maniche lunghe di PACO RABANNE, passando per il total look da motocross di VETEMENTS, fino al contemporary underground di LOUIS VUITTON.


CHECK MANIA Tra le stampe più riprese nella storia del costume, l'interpretazione per il 2016 vuole i quadretti ampi e in tonalità accese. In rosso quelli proposti da STELLA MCCARTNEY, con inserti grigi e neri di MARC JACOBS e tricolore di VICTORIA BECKHAM
VENTO D'ORIENTE Che sia stato o meno il tema dell'ultimo MET GALA a influenzare alcuni designer, non è dato saperlo, ciò che è certo è che l'influenza asiatica è di gran moda per la prossima stagione. La ritroviamo nella t-shirt over in seta di OPENING CEREMONY, nel completo giacca + gonna di THOM BROWNE e nella versione più teatrale di MAISON MARGIELA.

THE NEW ROMANTICS Trasparenze, morbide silhouette e colori sognanti, i nuovi promotori di un romanticismo dimenticato fanno il loro esordio in passerella. Da GUCCI con dettagli vintage, da ROCHAS con stampe delicate e accessori a contrasto e da SIMONE ROCHA in modalità principesca.

SILVER POWER La tonalità argento letteralmente spopola per la prossima primavera. Pantaloni strutturati e rigidi per LOEWE, jumpsuit da astronauta per LACOSTE e jeans versione futurista per ISABEL MARANT.
RETE La trama a rete sembra essere uno tra i trend più nuovi visti in passerella. ALEXANDER MCQUEEN la propone per il lungo abito da sera, ACNE STUDIOS per una maglia revival punk e MUGLER in metallo prezioso.

NATURE PATCHWORK Stampa patchwork rivisitata in chiave naturale, i pattern sono diversi e si accostano l'uno con l'altro su abiti estivi. Da COACH e da MARY KATRANTZOU i colori sono piuttosto vivaci, ispirazione country per ETRO.
CUCITURE A VISTA Tendenza ripresa un paio di stagioni fa da PRADA, arriva dagli anni Settanta. JACQUEMUS punta su una rivisitazione "artistica", LEMAIRE in chiave minimal e J.W. ANDERSON con quel tocco edgy in più.

RUCHES ALL OVER Ruches che romantiche e svolazzanti vestono l'intero abito regalandogli movimento e femminilità. In rosso fuoco per ELIE SAAB, in verde smeraldo sulla passerella di GIAMBATTISTA VALLI, ocra e più lavorato per BALMAIN.