lunedì 1 agosto 2016

Roberto Cavalli volta pagina per un nuovo inizio

Un capitolo si chiude per Roberto Cavalli, un altro si apre. La griffe italiana di lusso ha voltato pagina alla Settimana della Moda di Milano, sabato scorso, sfilando per la prima volta senza Roberto Cavalli. Lo stilista fiorentino (74 anni) ha ceduto la scorsa primavera il marchio che ha fondato negli anni '70 del '900 al fondo d'investimento italiano Clessidra.


Gli è succeduto lo stilista norvegese Peter Dundas (ex Emilio Pucci), mentre un nuovo management guida la casa di moda. Azionista al 10%, Roberto Cavalli ricopre ora il ruolo di “consulente” e “guida spirituale”.

“Vogliamo rispettare l'immagine del marchio, rinnovandola. Non si tratta di sconvolgere tutto, ma di rafforzare il suo posizionamento nel segmento del lusso, dove è già forte, e soprattutto di riguadagnare del terreno, in particolare presso tutti quei clienti che l'hanno abbandonato nel corso degli anni. Si tratta di rinfrescare un brand che era un po' invecchiato”, ha spiegato a FashionMag il nuovo CEO Renato Semerari, a margine della sfilata.

In ogni caso, se volevano dare un segnale di rottura netta col passato, i nuovi proprietari del marchio sono riusciti nell'intento. Coi suoi capi facili e sportswear in denim, i leggings e gli abitini corti e stretti, la prima collezione di Roberto Cavalli by Peter Dundas, non ha mancato di provocare uno choc. Radicalmente ringiovanito e privato dei suoi abiti da sera glamour, il marchio sembrava irriconoscibile.


Una strategia intenzionalmente voluta dalla nuova direzione, come sottolinea pragmaticamente Renato Semerari: “Il rilancio passerà per due fasi. La prima consiste nel rafforzarci, dove già siamo presenti, dal punto di vista geografico, ma anche del prodotto. Finora c'erano soprattutto tanti abiti da sera. Completeremo invece l'offerta con più daywear”. C'è poi l'idea di rinfrescare anche le altre linee della Maison, da Just Cavalli a Cavalli Class.

In un secondo tempo, Roberto Cavalli passerà alla fase di espansione, soprattutto verso l'Asia, Cina in particolare, nazione nella quale con la prima linea può contare solamente su una boutique. Una fase rivolta però anche agli Stati Uniti, dove possiede 10 negozi monomarca. Questa fase espansiva interesserà anche i prodotti, con un focus sugli accessori.

“La sfida consiste nel rompere con il passato, rimanendo però coerenti con la storia e l'immagine della marca. Bisogna trovare il giusto equilibrio”, riassume Francesco Trapani, ex patron di Bulgari, oggi partner del fondo Clessidra e presidente del gruppo Cavalli.

La griffe toscana di lusso lo scorso anno ha registrato un fatturato di 209,4 milioni di euro, +4,2% sul 2013. Al 31 dicembre 2014, il numero totale di punti vendita monomarca (diretti e in franchising) del brand era di 190: 90 Roberto Cavalli (dei quali 41 in proprio), 54 Just Cavalli, 28 Cavalli Class e 17 Roberto Cavalli Junior.



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